Tutto comincia negli anni ’60, quando Mario Lavazza, allora tornitore alla Tosi di Legnano, viene chiamato da un benestante dell’epoca per sistemare un motore fuoribordo. Un giorno un signore con una barca e un motore rotto gli chiede di aggiustarlo, ma poi gli dice qualcosa che cambia tutto: “Mario, tu il tornitore non lo devi fare. Mi devi mettere a posto le barche. Apri un cantiere”. Nasce così, quasi per sbaglio, la storia della Nautica Lavazza. Nel 1968, con una visione che ancora oggi Alfio guarda con una certa meraviglia, il padre decide di costruire il cantiere prima a Ranco e poi nella palude accanto alle Sabbie d’Oro a Brebbia. «Era un gesto di lungimiranza incredibile per i tempi, il genere di decisione che solo gli uomini di quella generazione sapevano prendere, con una quinta elementare e uno sguardo che vedeva anni luce avanti» spiega Alfio.
Per Approfondire
Sessant’anni a trenta metri dal lago: la storia di Nautica Lavazza a Brebbia
C’è un filo d’acqua — anzi, di lago — che lega tre generazioni della famiglia Lavazza. Un filo che scorre sulle rive del Maggiore fino ai cantieri di Brebbia, dove oggi Alfio Lavazza porta avanti con passione e visione l’eredità di suo padre Mario, fondatore della Nautica Lavazza